La triste vicenda di cui tanto si sta parlando, riguardo i "festini" avvenuti nelle proprietà di Alberto Genovese, fondatore di Facile.it, e che sta facendo il giro del mondo.
Di questa triste vicenda vorremmo analizzare la figura che in questi giorni viene menzionata sempre quando si parla di qesti "festini" a base di droga, alcol e donne: i bodyguard di Genovese, che a quanto si legge sui giornali, vigilavano sulla privacy di Genovese, stazionando davanti alla porta ed impedendo a chiunque di accedere, mentre all'interno della stanza si sarebbero consumati reati sessuali ai danni di giovani ragazze, drogate e quindi incapaci di difendersi e di opporre resistenza.
Ci teniamo a precisare che questo non è un tribunale, e facciamo riferimento esclusivamente alle notizie che le principali fonti di informazione stanno riportando.
Soffermandoci quindi sul ruolo del bodyguard, ci teniamo a chiarire soprattutto per gli addetti ai lavori più giovani e con meno esperienze, che occuparsi della sicurezza di una persona o di una famiglia, non ci pone al di sopra della legge, mai ed in nessun caso.
Di conseguenza, se il bodyguard nello svolgimento delle proprie mansioni, consente o comunque agevola il commettersi di un reato, addirittura impedendo ad altri di accedere ad una stanza per intervenire in soccorso di chi subisce una violenza, è senza ombra di dubbio complice di chi sta commettendo il reato, e come tale verrà processato. In questo caso specifico dalla lettura degli atti allegati all’inchiesta per violenza sessuale e sequestro di persona contro il primo amministratore delegato di Facile.it (ha lasciato nel 2014) e fondatore di Prima.it, condotta dal pm Rosaria Stagnaro e dall’aggiunto Letizia Mannella, si scopre che la vittima avrebbe inviato un messaggio alle amiche con scritto «Sono in una situazione pericolosissima» e che i tentativi di sottrarre la giovane all’aggressione sono stati addirittura tre, nell’arco di quattro ore: tutte le volte sono stati bloccati dal bodyguard di Genovese.
Quindi consigliamo vivamente a tutti gli operatori di qusta categoria professionale, di stare sempre molto attenti ai contesti nei quali si lavora, e se necessario, a prendere le distanze da "clienti" che tendono a farci trovare in situazioni del genere.
Siamo consapevoli che non è una decisione facile quella di rinunciare ad un incarico come bodyguard di una persona facoltosa e importante, ma siamo altresì certi che il gioco non valga la candela.
Operando a stretto contatto con personaggi che hanno uno stile di vita come quello che in questi giorni sta emergendo indagando su Alberto Genovese, è davvero difficilissimo se non impossibile, riuscire a restare completamente estranei a fatti del genere, in quanto spesso questi personaggi assumono un bodyguard anche per essere più liberi di mettere in atto tali tipologie di condotte illecite, senza essere disturbati.